Bruxismo e acufene

Quando il fischio origina nella mandibola

Il bruxismo è un disturbo caratterizzato dal digrignamento involontario dei denti che può ripercuotersi negativamente sul corretto funzionamento dell’articolazione temporo-mandibolare determinando l’insorgere dell’acufene. 

Che cos'è l'acufene?

L’acufene è un disturbo uditivo che si manifesta come una sensazione acustica, in alcuni casi particolarmente fastidiosa, avvertita anche se nessuna sorgente esterna l’abbia generata. Avvertito sotto forma di fischi, ronzii, fruscii, sibili e altri innumerevoli suoni, può interessare un solo orecchio, entrambi o più genericamente può essere localizzato al centro della testa.

L'American Academy of Orofacial Pain (2008) definisce il bruxismo come un’azione effettuata senza uno scopo determinato, compiuta durante il sonno o lo stato di veglia che consiste nel digrignare o serrare i denti continuamente, inconsciamente, con forza. L’azione è più frequente durante il sonno soprattutto nel primo stadio (sonno REM). Si stima che circa il 10% della popolazione ne abbia sofferto almeno una volta nella vita.

Le cause e conseguenze del bruxismo

Il contatto forzato tra le arcate dentali determina tensione e stanchezza dei muscoli mandibolari e genera effetti importanti sia in ambito orale sia in altre strutture corporee.
Secondo numerosi studi scientifici, i fattori responsabili della sua insorgenza sono molteplici e spesso concorrono tra di loro nel determinismo del fenomeno. Grande rilevanza nell’eziologia del bruxismo, è diretta ai fattori psicologici quali stress, stati di tensione emotiva, ansia, depressione. Altre cause sono da ricondurre a squilibri della muscolatura masticatoria, risposte muscolari a una malattia neurovegetativa, alterazioni del sistema nervoso ed endocrino, stimoli irritativi indotti da infiammazione gengivale e dentale, assunzione di alcune categorie di farmaci o droghe, fumo, abuso di alcol e caffeina.
Le conseguenze variano in base all’intensità, alla frequenza e alla persistenza di questa patologia e devono essere valutate e ricercate con attenzione, perché in grado di danneggiare diversi distretti dell’organismo. Analizziamoli nel particolare:

  • I denti dei soggetti affetti da bruxismo tendono a consumarsi, specialmente laddove è maggiore l’attitudine a strofinare le arcate fra loro. Con il digrignamento, si producono più facilmente fratture dello smalto dovute alla forte pressione;
  • Le continue sollecitazioni prodotte dal bruxismo, danneggiano sia i denti che i loro tessuti di sostegno (gengive e ossa mascellari), provocandone il graduale riassorbimento con accentuata mobilità dentale;
  • Progressiva alterazione e usura dell’articolazione temporo-mandibolare;
  • Fastidio o dolore irradiato all’orecchio;
  • Cefalea, vertigini e acufeni;
  • Dolore alla colonna cervicale e dorsale.

Relazione tra bruxismo, articolazione temporomandibolare e acufene

Le disfunzioni dell’articolazione temporo - mandibolare sono caratterizzate, in alcuni casi, dalla  presenza di acufeni, disturbi dell’equilibrio e otalgia. La relazione tra disturbi otologici e alterazioni dell’articolazione temporo-mandibolare è stata descritta per la prima volta nel 1934 dall’otorinolaringoiatra statunitense James Bray Costen il quale notò come molti pazienti si presentassero da lui lamentando forte otalgia pur avendo l’orecchio completamente sano. Costen attribuì questi sintomi a un malfunzionamento dell’articolazione temporo-mandibolare. A distanza di molti anni dall’elaborazione di questa teoria, però, non sono ancora stati scientificamente precisati i meccanismi sottostanti tale relazione.

I rimedi per il bruxismo

Generalmente il bruxismo è indagato dallo specialista odontoiatra o gnatologo, che completa la diagnosi con radiografia ortopanoramica, per evidenziare problemi nell’allineamento delle arcate dentarie. Può concludere l’indagine la polisonnografia, esame specialistico atto a verificare l’andamento del risposo notturno.

La terapia, generalmente, tende a trattare gli eventuali disturbi d’ansia, le abitudini di vita errate, la corretta igiene dentale. Utili i distanziatori delle arcate dentarie, meglio conosciuti come bite realizzati “su misura”.

Bruxismo e disturbi mandibolari possono causare acufeni?

La connessione tra denti, mandibola e acufene può sembrare particolare ma è estremamente comune. Il nodo centrale è nell'articolazione temporomandibolare. Una delle conseguenze dei disturbi dell'ATM (articolazione temporomandibolare) può essere l'acufene. L'insorgenza dell'acufene, sebbene solitamente correlata a patologie dell'orecchio, può essere determinata anche da fattori non otologici a partire dalle zone del capo e del collo e, in particolare, dalla mandibola e dall'articolazione temporo-mandibolare. Ci sono numerosi risultati della frequente associazione tra acufene e problemi alla mascella.

I disturbi temporomandibolari, come la disfunzione dell'articolazione temporo-mandibolare (TMJ) e il bruxismo, sono la causa principale dell'acufene nelle persone con problemi dentali. Gli studi hanno dimostrato che i sintomi uditivi sperimentati nei pazienti con ATM e bruxismo sono il risultato dell'influenza reciproca tra l'articolazione temporo-mandibolare e il sistema uditivo.

Bruxismo e disturbi mandibolari possono peggiorare l'acufene?

Data l'influenza reciproca tra l'articolazione temporo-mandibolare e il sistema uditivo, è possibile che l'ATM e il bruxismo peggiorino i sintomi esistenti dell'acufene. Il ronzio nelle orecchie e altri suoni di tinnito possono intensificarsi o essere alleviati aprendo la mandibola.

I disturbi mandibolari possono causare acufene in un solo orecchio?

Sì, l'acufene causato da ATM e il bruxismo puòverificarsi anche in un solo orecchio. In questi casi, infatti, l'acufene può essere presente principalmente dallo stesso lato dell'articolazione interessata. A volte serrando la mandibola il paziente può percepire una variazione nel timbro e nell'intensità dell'acufene.

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Cause dell'acufene mandibolare

Il bruxismo può portare all'insorgenza di acufene. Chi soffre di bruxismo tende a portare in forte contatto le due arcate dentarie. Questo tipo di azione ripetuta mantiene in tensione i muscoli della mandibola. Digrignare i denti, soprattutto se lo si fa frequentemente, ha una serie di conseguenze, che si ripercuotono anche sull'apparato uditivo. Da un lato, i denti e le strutture di sostegno subiscono un danno, con un progressivo aumento della mobilità dentale. D'altra parte anche l'articolazione temporo-mandibolare subisce un danno, con criticità che interessano l'orecchio e l'udito.

All'origine degli acufeni causati dall'ATM c'è una malocclusione dentale, ovvero un'errata chiusura delle due arcate dentarie presenti in bocca. La malocclusione può essere dovuta a fattori tra cui una particolare conformazione delle ossa, denti storti e mancanza di denti. Tutti questi elementi portano a un malfunzionamento dell'articolazione mandibolare e dei suoi muscoli, che mettono sotto pressione il tensore del timpano e altre strutture uditive, generando acufene.

Sintomi e diagnosi dell'acufene mandibolare

La diagnosi di acufene associato ad ATM e bruxismo viene effettuata a seguito di una valutazione coordinata da parte dello specialista odontoiatra e dello specialista otorinolaringoiatra, che si occupa della diagnosi delle patologie uditive associate alla presenza di acufene.

Alcune caratteristiche degli acufeni possono più facilmente ipotizzare che la causa scatenante sia l'ATM o il bruxismo, e di conseguenza orientare la terapia in questa direzione. In primo luogo, in questi casi, l'acufene è riferito principalmente dallo stesso lato dell'articolazione interessata. A volte serrando le mascelle, il paziente può percepire una variazione nel tono e nell'intensità dell'acufene.

Se l'ATM è coinvolta nell'insorgenza dell'acufene, il ronzio nelle orecchie è raramente l'unico sintomo riportato. Oltre ai sintomi locali che riguardano strettamente l'articolazione (dolore, rumori associati ai movimenti della mandibola), possono essere presenti altri sintomi non correlati all'orecchio o alla mascella, tra cui mal di testa, dolore facciale e dolore al collo. Tuttavia, possono essere presenti altre problematiche legate all'udito, come:

Ci sono rimedi per l'acufene?

Alcune volte l’acufene può determinare ripercussioni sulla qualità di vita che si manifestano con disturbi del sonno, ansia, nervosismo, difficoltà di concentrazione, stress, fino a disturbi depressivi o d’ansia. Amplifon da molti anni fornisce tutti gli strumenti necessari ad una corretta terapia del suono, secondo le più recenti linee guida riguardanti il trattamento degli acufeni.

Trattamento dell'acufene mandibolare

Quando l'acufene è causato dall'ATM o dal bruxismo, il ripristino della corretta funzionalità della mandibola è un trattamento efficace. Il trattamento specifico per l'acufene temporomandibolare prevede l'utilizzo del bite e la fisioterapia. La combinazione di questi due approcci è stata ampiamente studiata negli ultimi anni con studi scientifici che ne dimostrano l'efficacia nel ridurre l'intensità e la gravità degli acufeni. Altri potenziali trattamenti includono:

  • Counseling e psicoterapia, in caso di bruxismo connesso a stress o ansia;
  • Riempimento degli spazi lasciati vuoti dai denti mancanti (con impianti, protesi o ricostruzioni);
  • Riallineamento dei denti storti (con apparecchi tradizionali o trasparenti);
  • Trattamento di potenziali infiammazioni della mascella, come quelle causate dal dente del giudizio (con estrazione).

Bite per l'acufene mandibolare

L'utilizzo di un bite specifico è il rimedio più efficace ed immediato per rilassare i muscoli dell'ATM, eliminando forme di bruxismo e digrignamento dei denti, soprattutto se il bite è studiato su misura per il paziente, il che permette ai denti di limitare gli urti e facilita il corretto posizione della mascella e rilassamento dei muscoli.

Paradenti e bite possono essere un utile aiuto per alleviare l'acufene temporomandibolare perché aiutano a ristabilire il corretto sostegno dei denti e di conseguenza a "liberare" i muscoli masticatori.

Esistono vari modelli e ognuno ha un meccanismo d'azione specifico e deve essere realizzato su misura da un dentista specializzato in gnatologia. Un bite generico probabilmente non risolverà l'ATM o il bruxismo. Il bite non è sempre la soluzione; per questo è importante fare prima una visita gnatologica.

Esercizi e massaggi per l'acufene mandibolare

La fisioterapia è generalmente efficace in caso di ATM. Con massaggi specifici ed esercizi mirati, un fisioterapista specializzato può ridurre l'acufene. I massaggi fisioterapici sbloccano l'articolazione quando c'è un blocco dell'articolazione temporo-mandibolare. Le tecniche miofasciali servono a ridurre eventuali contratture e dolori muscolari.

Inoltre vengono prescritti esercizi specifici per continuare il trattamento impostato dal fisioterapista anche a casa in autonomia dal paziente e mantenere nel tempo i risultati ottenuti.

Le persone che non hanno disturbi dell'udito possono beneficiare di un trattamento fisioterapico e gnatologico che può ridurre l'acufene anche se presente da molto tempo. L'approccio multidisciplinare (fisioterapista + odontoiatra specialista in gnatologia) è la soluzione migliore per trattare molti problemi masticatori, tra cui l'acufene temporomandibolare.

Quanto dura l'acufene mandibolare?

L'acufene può scomparire se ha una causa specifica che può essere identificata e trattata. Come descritto sopra, se l'acufene è causato dall'ATM o dal bruxismo, intraprendendo un trattamento adeguato concordato con un medico specialista per affrontare questi problemi temporomandibolari, ci sono ottime possibilità che il tuo acufene possa scomparire.

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