
L’otite può svilupparsi a partire da raffreddore o infezioni alla gola e colpisce soprattutto i bambini. Vediamo di cosa si tratta e come curarla.
Insieme al comune raffreddore, l’otite è uno tra i problemi più comuni dell’età infantile. Negli Stati Uniti addirittura tre bambini su quattro hanno sofferto almeno una volta nella vita di otite prima di aver compiuto i tre anni. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e come si cura.
L’otite è un’infezione dell’orecchio che può avere origine virale o batterica e decorso cronico o acuto. Spesso si verifica a seguito o in concomitanza a un raffreddore o a un’infezione alla gola.
I bambini, soprattutto in età prescolare, risultano essere i più colpiti. Le ragioni sono soprattutto di natura anatomica. Nei più piccoli la tuba di Eustachio, il canale che collega le cavità nasali all’orecchio, è più stretta e corta e in posizione orizzontale. Ciò facilita il passaggio di virus e batteri nella tuba stessa e nell’orecchio medio. Una volta raggiunto quest’ultimo, virus e batteri favoriscono la produzione di pus che riempie la cavità e preme sulla membrana timpanica, provocando forte dolore.
Sarà il pediatra che potrà diagnosticare con certezza l’otite. Grazie all’utilizzo dell’otoscopio o del microscopio, valuterà attentamente lo stato di salute del timpano, che generalmente, in caso di otite, appare rosso ed infiammato.
In seguito ad un’adeguata valutazione della membrana timpanica e dell’orecchio medio in generale, il pediatra stabilirà la terapia più appropriata, che di solito varia in base all’età del bambino. Se il piccolo ha meno di un anno, si procede tendenzialmente con l’immediata prescrizione dell’antibiotico. Diversamente, si adotta la strategia della vigile attesa: si aspetta un paio di giorni per valutare come evolve la situazione e , solo se le condizioni di salute del piccolo non sono migliorate, si procede con l’assunzione dell’antibiotico.
Tra i rimedi più semplici che si possono adottare per curare e addirittura prevenire l’otite vi sono i lavaggi nasali, da effettuare con comuni soluzioni fisiologiche; in aggiunta si può far dormire il bimbo su un cuscino alto, in modo da esercitare una minor pressione sul timpano