
L’ossigenoterapia iperbarica si è rilevata un valido aiuto per il recupero della capacità uditiva in caso di ipoacusia improvvisa, sia utilizzata contemporaneamente alla terapia farmacologica, sia utilizzata successivamente in pazienti che non hanno ricevuto beneficio dal trattamento farmacologico.
La terapia primaria per l’ipoacusia improvvisa è solitamente rappresentata dalla somministrazione di cortisonici e vasoattivi per via orale o endovenosa e, in alcuni casi, diuretici. In caso di risposta scarsa o assente, è consigliato l’utilizzo dell’ossigeno-terapia iperbarica (OTI).
L’ossigenoterapia iperbarica incrementa sensibilmente la pressione parziale di ossigeno nel sangue e, per diffusione, nei liquidi dell’orecchio interno, stimolando il metabolismo cellulare delle strutture cocleari e vestibolari, anche in condizioni di scarso apporto di sangue. In seguito a queste considerazioni l’ossigenoterapia iperbarica è stata proposta quale terapia in caso di ipoacusia improvvisa. Il razionale della terapia si basa sull’ipotesi che il deficit uditivo e l’eventuale acufene siano conseguenti ad una lesione ipossica delle strutture cocleari e che la somministrazione di ossigeno iperbarico possa indurre una regressione del danno.
Diversi studi hanno evidenziato che i pazienti sottoposti a trattamento OTI entro 30 giorni dall’insorgenza del danno hanno una risposta migliore. Questi stessi studi hanno dimostrato come l’OTI, somministrata entro 30 giorni e non oltre i tre mesi dall’insorgenza dell’ipoacusia, può rappresentare una valida possibilità terapeutica nel caso in cui non vi sia una buona risposta alla terapia convenzionale.
Malgrado i tanti anni di utilizzo della OTI e la cospicua letteratura in merito al suo beneficio nel trattamento delle sordità improvvise, l’assenza di una accurata metodica nella selezione della popolazione, nelle modalità di trattamento e nella elaborazione statistica dei risultati fa sì che venga a mancare una effettiva evidenza clinica dell’efficacia del trattamento, sia utilizzata inizialmente in associazione alla terapia steroidea sia successivamente nelle forme resistenti.
In contrapposizione ai probabili effetti positivi va detto che l’ossigenoterapia iperbarica può indurre effetti citotossici per la modificazione degli agenti antiossidanti normalmente presenti nei tessuti. Tuttavia è dimostrato come tali effetti collaterali siano minimizzati qualora la OTI avvenga in ambiente compreso tra le 2 e le 3 atmosfere e per un tempo inferiore ai 90 minuti.
La OTI può indurre la comparsa di effetti collaterali considerati minori: disturbi del visus caratterizzati solitamente da una riduzione della acuità visiva; l’insorgere di sinusopatie e disfunzioni tubariche correlate alle variazioni pressorie a carico delle vie aeree superiori in soggetti predisposti per la presenza di flogosi di tali mucose; disturbi neurologici di lieve entità. Tutte queste reazioni collaterali sono segnalate come rapidamente reversibili al termine della terapia e non richiedono interventi particolari.
L’impianto fondamentale per praticare la terapia iperbarica è costituita da una camera di decompressione che è un apparato in grado di sopportare una elevata pressione di aria al suo interno e che permette di ospitare persone che abbiano la necessità di essere sottoposte al trattamento iperbarico, sia per l’ipoacusia improvvisa che per altre diverse patologie per le quali tale terapia è stata inizialmente proposta (infezioni da germi anaerobi, avvelenamento da monossido di carbonio, patologie da decompressione in subacquei, etc).
Il trattamento viene effettuato introducendo i pazienti in camera iperbarica, fornendoli di una mascherina a circuito chiuso che eroga ossigeno puro, e incrementando la pressione interna della camera così da provocare un aumento della pressione parziale di ossigeno nei tessuti. Il trattamento non è standardizzato, ma il protocollo di terapia può essere diversificato tra i vari centri. Il paziente viene sottoposto a una o due sedute giornaliere della durata di 60 minuti.
Generalmente il protocollo di OTI nelle sordità improvvise, prevede un ciclo iniziale di 8 sedute della durata di complessiva di 85 minuti (2 fasi, intervallate, ciascuna con erogazione di ossigeno puro della durata di 36’) a 2,5 ATA. Dopo il primo ciclo si procede a rivalutazione audiometrica e, ove vi fossero i margini di ulteriori effetti positivi si prosegue la terapia per altre 8 sedute.
I sntomi tipici di ipoacusia improvvisa sono un'improvvisa grave perdita dell'udito e sensazione di vertigini e capogiro. All'improvviso, si comincia a riuscire a sentire molto meno in una o più raramente entrambe le orecchie. La gravità di questa perdita dell'udito può variare da una leggera diminuzione dell'udito alla sordità. Per quanto riguarda le gamme di frequenza interessate, l'ipoacusia improvvisa si manifesta in diverse forme. Ad esempio, i toni alti o bassi possono essere particolarmente colpiti dalla perdita uditiva improvvisa, ma è possibile un calo altrettanto forte su tutte le frequenze e si esprime in modo diverso per ogni persona.
L'improvvisa perdita dell'udito non causa in linea di massima mal d'orecchio. Tuttavia, le persone colpite a volte affermano di avvertire una leggera sensazione di pressione nelle orecchie e orecchie tappate. Inoltre, i pazienti riferiscono che il padiglione auricolare sembra ovattato, sensazione che deriva da un disturbo della sensibilità, che può anch'esso indicare un'improvvisa perdita dell'udito.
Anche vertigini, acufene e rumori nelle orecchie sotto forma di fischi, ronzii o sibili possono verificarsi in concomitanza con l'ipoacusia improvvisa.
Si deve contattare un otorino il prima possibile se si verificano improvvisamente i sintomi precedentemente elencati. Il medico effettuerà una serie di esami per diagnosticare l'ipoacusia improvvisa. Viene utilizzato il processo del principio di esclusione. Con questa procedura si escludono possibili malattie dell'orecchio prima che venga diagnosticata un'improvvisa perdita dell'udito.
Innanzitutto,l'otorino effettua un'anamnesi dettagliata, oltre alle domande sul suo stato di salute generale, al paziente vengono poste anche domande specifiche su problemi di udito pregressi e comparsa dei sintomi. In seguito, se necessari, si potranno effettuare ulteriori esami che forniscono informazioni sulla funzionalità delle orecchie:
L'aumento della pressione sanguigna, un aumento del livello di colesterolo, l'obesità, l'aumento del consumo di nicotina ma anche il diabete sono responsabili del verificarsi di un'improvvisa perdita dell'udito.
Se la perdita dell'udito è stata causata da un disturbo circolatorio, dovrebbero essere seguite le stesse misure raccomandate per prevenire un infarto:
Inoltre, per quanto possibile bisognerebbe non esporsi a rumore eccessivo. In situazioni in cui ciò non può essere evitato, come concerti o discoteche, si consiglia di indossare protezioni acustiche.
Volare, nuotare, immergersi: quali azioni sarebbe saggio evitare in caso di improvvisa perdita dell'udito?
Fondamentalmente, dovresti discutere con il tuo medico quali attività sarebbe meglio evitare se hai un'improvvisa perdita dell'udito. Durante un volo, ad esempio, molte persone sperimentano una sensazione di disagio nelle orecchie a causa dell'equalizzazione della pressione nella cabina di volo, fenomeno che può avvenire anche durante un'immersione. In altre parole, queste situazioni sono particolarmente impegnative per le nostre orecchie, quindi sarebbe consigliabile evitarle durante un fenomeno di ipoacusia improvvisa.
Inoltre, non è consigliabile fare esercizio durante un'improvvisa perdita dell'udito. Tutto ciò che è troppo faticoso dovrebbe assolutamente essere evitato, favorendo il riposo ed evitando situazioni di stress.