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Grazie all'utilizzo degli apparecchi acustici, il 93% dei clienti ha mostrato un significativo miglioramento nella comprensione del parlato.

Lo studio condotto

Lo studio teorizza l’opportunità di profilare i pazienti ipoacusici in base ad alcune caratteristiche dei loro test dell’udito tonali (Pure Tone Audiometry, ovvero capacità di percepire i suoni alle diverse frequenze, a seconda dell’intensità), al fine di prevedere in maniera più precisa e personalizzare di conseguenza gli interventi di protesizzazione acustica, in modo da ottenere un’efficacia maggiore nel rimediare alle loro specifiche perdite di udito.

Sostengono infatti che va tenuto in debito conto il profilo qualitativo (che mantiene e analizza le soglie uditive in dB su ciascuna delle diverse frequenze testate) che consente di impostare meglio la protesizzazione rispetto a quello tradizionale, meramente quantitativo (che utilizza un parametro sintetico di perdita uditiva calcolato come media dei risultati ottenuti in PTA su alcune frequenze predefinite).

Per rendere l’idea, i grafici sotto rappresentano in modo indicativo alcuni possibili profili audiometrici, con evidenza delle soglie rilevate con i test dell’udito, che si presentano anche molto diverse tra una frequenza e l’altra per la stessa persona. Risulta intuibile che esprimere la perdita uditiva con un unico valore medio (come avviene con il metodo tradizionale) può non valorizzare adeguatamente le differenti sensibilità alle diverse frequenze, rendendo così più difficile individuare in primo luogo il modello di apparecchio acustico più idoneo e, successivamente, le regolazioni più aderenti alle esigenze peculiari della singola persona.

Esempi indicativi di diversi audiogrammi

I ricercatori sono quindi partiti dalla creazione di 8 diversi “profili audiometrici” basandosi su tipologie reali di perdite uditive, ciascuna con le proprie caratteristiche (ovverosia specifiche “configurazioni” del grafico sopra riprodotto) e hanno previsto le modalità di protesizzazione più indicate per ciascuno di essi; in particolare, i ricercatori hanno condotto un’analisi tramite l’utilizzo di AI Machine Learning per verificare la correttezza della loro tesi e prevedere le strategie di protesizzazione più idonee per ciascuno dei diversi profili. Tali diversificate strategie di intervento non si sono limitate alla sola amplificazione del suono da parte dell’apparecchio acustico, ma hanno valutato l’impatto di altri fattori relativi all’apparecchio acustico - come la tipologia, il fabbricante, il livello di tecnologia - e al percorso audioprotesico - come il numero di appuntamenti di follow up e l’assiduità nell’utilizzo da parte del cliente.

Hanno quindi misurato l’efficacia della protesizzazione sui risultati dei test SPIQ e SPIN (rispettivamente, comprensione delle parole nel silenzio e comprensione delle parole nel rumore) che sono ritenuti gli indici più significativi in termini di miglioramento della qualità della vita, soddisfazione del cliente e continuità nell’utilizzo degli apparecchi.

La popolazione campione che i ricercatori hanno utilizzato è costituita dai dati anonimizzati di 22.694 clienti che hanno acquistato apparecchi acustici da Amplifon Francia nel quadriennio 2018-2021. Il set di dati richiesti per effettuare lo studio, molto completo, è infatti quello utilizzato e registrato dal sistema proprietario di Amplifon “Next”, che è stato anche brevettato e che costituisce il protocollo audioprotesico in uso presso i centri acustici del Gruppo Amplifon come supporto per la scelta del modello di apparecchio più indicato per lo specifico cliente e la regolazione dei settaggi maggiormente aderente alle sue esigenze di amplificazione.

All’interno del campione selezionato, i ricercatori hanno classificato come miglioramento clinicamente significativo quello dei clienti che, a seguito dell’applicazione degli apparecchi acustici:

-          MIGLIORAMENTO SPIN: Abbiano registrato un miglioramento della soglia uditiva di almeno 2 decibel nel test SPIN (comprensione delle parole nel rumore) rispetto allo stesso test effettuato in precedenza senza gli apparecchi; oppure

-          MIGLIORAMENTO SPIQ: Abbiano registrato un miglioramento della soglia uditiva di almeno 6 decibel nel test SPIQ (comprensione delle parole nel silenzio) rispetto allo stesso test effettuato in precedenza senza gli apparecchi; oppure

-          MIGLIORAMENTO DUALE (SPIN E SPIQ): Abbiano registrato entrambi i miglioramenti nelle misure sopra indicate (almeno 2 dB nello SPIN e almeno 6 dB nello SPIQ)

Sul campione di clienti Amplifon selezionato, risulta che:

il 14,24% dei clienti ha registrato un miglioramento SPIQ, il 17,93% ha registrato un miglioramento SPIN mentre il 59,21% del campione ha conseguito un miglioramento duale, ovvero in entrambi i test SPIN e SPIQ. Il restante 6,89% del campione ha registrato miglioramenti in misura inferiore alle soglie considerate significative dai ricercatori ed è stato pertanto qualificato come “nessun miglioramento”.

In generale, i ricercatori hanno validato il proprio modello teorico come dotato di un’elevata efficacia nel prevedere l’esito della protesizzazione muovendo da uno degli otto profili audiometrici; hanno in particolare evidenziato l’importanza di adottare approcci diversificati per i diversi profili, in quanto questi rispondono in maniera diversa alle variabili che possono essere azionate dall’audioprotesista (es. tecnologia dell’apparecchio, frequenze sulle quali concentrare l’amplificazione, fase di follow up, assiduità nell’utilizzo). Secondo i ricercatori, dunque, occorre agire su ognuna delle variabili sopra dette in coerenza con il profilo audiometrico in cui il cliente è stato inquadrato, per ottenere i migliori risultati conseguibili dall’utilizzo degli apparecchi acustici per quella specifica persona.

Futuri sviluppi possono essere costituiti da ulteriori studi per affinare il modello degli 8 profili audiometrici, la valutazione di ulteriori variabili come capacità cognitiva e stile di vita, potenzialità legate all’utilizzo dell’AI nel clusterizzare gli audiogrammi all’interno dei profili audiometrici e suggerire le variabili audioprotesiche da azionare per un risultato ottimale a livello del singolo utilizzatore degli apparecchi.

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