Le conseguenze del fumo sulla capacità uditiva

Ultimo aggiornamento Oct, 15, 2021

Il fumo fa male. Non solo ai polmoni e al cuore, ma anche all’udito. La correlazione tra fumo e udito è ormai confermata da diversi studi, che hanno riscontrato un’incidenza sul calo dell’udito ben superiore nei fumatori rispetto a chi non fuma. Cerchiamo di capire da cosa è determinato questo nesso tra ipoacusia e fumo di sigaretta ed approfondiamo i risultati dello studio, condotto in Giappone.

Perché fumare fa male all’udito

L’esposizione al fumo di sigaretta è uno dei principali fattori di rischio di perdere l’udito. I motivi non sono ancora chiari: alcuni ritengono che le tossine emanate dalle sigarette danneggino le cellule dell’orecchio interno, aumentando il rischio di infiammazione e riducendo il flusso di sangue verso la coclea; altri invece lo considerano un legame indiretto, dato dal fatto che chi fuma spesso soffre di patologie cardiovascolari, direttamente connesse alla perdita di udito. Sta di fatto che i fumatori hanno un rischio del 70% maggiore di soffrire di ipoacusia rispetto ad una persona che non fuma.

La conferma in uno studio giapponese

Un recente studio giapponese, condotto dal Japan's National Centre for Global Health and Medicine, pubblicato sulla rivista Nicotine & Tobacco Research ed effettuato da Huanhuan Hu, Ph.D, ha dimostrato che la nicotina incide negativamente sulle capacità degli individui di sentire bene, sottolineando la necessità di prevenire o ritardare lo sviluppo della perdita di udito.

Lo studio è stato effettuato su un campione di oltre 50.000 persone, senza evidenti problemi uditivi, che sono stati sottoposti ogni anno per otto anni ad esami audiometrici periodici, per verificare lo stato del loro udito. Ebbene, i risultati emersi sono sconcertanti: tra coloro che non avevano mai fumato, circa 8 su 1.000 ogni anno hanno sviluppato qualche forma di ipoacusia; questo rapporto sale a 15 su 1.000 per i fumatori. In pratica tra i fumatori è stata verificata un’incidenza quasi doppia di ipoacusici, rispetto ai non fumatori.

Seppure le conclusioni di questa analisi non lascino spazio ad interpretazioni, sono emersi anche due aspetti positivi:

  • La probabilità di perdere l’udito è direttamente proporzionale al numero di sigarette fumate.
  • Il rischio di subire un calo uditivo si riduce notevolmente tra coloro che hanno smesso di fumare da almeno cinque anni.

Seppure non ce n’era bisogno, i risultati di questo studio forniscono una motivazione in più per scegliere di smettere di fumare: la consapevolezza di poter danneggiare un organo apparentemente così distante dalle sigarette come l’orecchio, dovrebbe farci riflettere sulle conseguenze negative che il vizio del fumo apporta sulla salute in generale.

Gli altri tre fattori di rischio

Il fumo è solo uno dei quattro principali fattori che possono determinare problemi uditivi.
Gli altri tre sono:

  • Il diabete. I diabetici presentano un tasso di ipoacusia del 30% più elevato rispetto ai non diabetici.
  • I problemi cardiaci. Un flusso sanguigno non corretto può contribuire all’insorgenza dell’ipoacusia.
  • L’ipertensione. La pressione alta è un fattore che accelera la degenerazione dell’apparato uditivo.

Chiunque appartenga ad una di queste quattro categorie a rischio, dovrebbe effettuare dei controlli periodici e prenotare un appuntamento con uno specialista, per controllare lo stato di salute del proprio apparato uditivo e prevenire eventuali problemi futuri.

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