Dolore a tonsille e orecchio

Tonsille gonfie e mal d'orecchio: relazione tra tonsillite e udito

Per otalgia si intende un dolore all'orecchio, anche intenso, che può essere causato da fenomeni infiammatori (es. otiti), irritativi o traumatici - solo per citarne qualcuno - che interessano direttamente l'orecchio o che nascono da altri distretti corporei, per esempio le tonsille, la gola o i denti e si irradiano all'orecchio.

Che cos'è la tonsillite?

La tonsillite è un’infiammazione acuta delle tonsille, ghiandole presenti ai lati della gola tra la bocca e la faringe, che hanno la forma di piccole mandorle. La loro funzione è quella di proteggere le vie respiratorie e rappresenano la prima barriera contro virus e batteri bloccandone lo sviluppo e la diffusione nel corpo. Nei bambini assumono un ruolo fondamentale nella protezione delle vie respiratorie, con l'età adulta vanno incontro a una progressiva atrofia, sia funzionale sia oggettivabile dalla loro scomparsa dalla loggia tonsillare.

Le tipologie di tonsilliti sono due e variano a seconda della causa scatenante: tonsillite virale (la più diffusa data da Adenovirus e Rhinovirus) e tonsillite batterica (streptococco).

Tonsillite virale

La tonsillite virale è una infiammazione acuta delle tonsille, causata da microrganismi patogeni che colpiscono l’organismo trovando nelle tonsille l’habitat adatto per replicarsi. I virus del comune raffreddore (Rhinovirus, Adenovirus) sono quelli che normalmente causano questa tipologia di tonsillite, caratterizzata da mal di gola e febbre, che normalmente non supera i 39°.

Di solito i sintomi scompaiono spontaneamenteentro le 72 ore; il paracetamolo può aiutare ad alleviare il mal di gola, la febbre e le manifestazioni caratteristiche (dolenzia diffusa a tutto il corpo, spossatezza). Particolarmente diffusa nella stagione fredda, si trasmette nei luoghi affollati (es. scuole), risolvendosi comunque in pochi giorni.

Tonsillite batterica

La tonsillite batterica è causata da una infezione batterica che debilita l’organismo con febbre alta, superiore ai 39° e placche sulle tonsille. Solitamente i sintomi durano più a lungo delle forme virali, protraendosi ben oltre le 72 ore. Negli adulti la causa principale è il batterio Streptococco, mentre nei bambini è lo Streptococco beta-emolitico A a provocarla. Si cura con una terapia antibiotica, da seguire sempre e solo su prescrizione del medico. 

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Quali sono le cause della tonsillite?

Non è sempre facile distinguere tra tonsillite virale o batterica, perché alcuni sintomi sono i medesimi, con gravità però diversa. 

La tonsillite virale è causata principalmente dai virus del raffreddore, gli Adenovirus e i Rhinovirus, che trovano terreno fertile nell’organismo per replicarsi; causano infiammazione acuta delle tonsille, mal di gola e febbre, che non supera di solito i 39°. 

La tonsillite batterica invece è indotta da un'infezione batterica: nei bambini lo Streptococco beta-emolitico è la causa principale. Si manifesta con febbre alta, con punte oltre i 39°, debilitando notevolmente l’organismo e con placche - macchie bianco-giallastre - sulle tonsille. Una caratteristica che può differenziare le due infezioni è il tempo di risoluzione che nelle forme virali è di circa tre giorni, mentre nelle forme batteriche si protrae per diversi giorni. 

Quali sono i sintomi della tonsillite?

Nevralgia ai denti e mal d'orecchio sono due fenomeni spesso strettamente collegati. 

Mal di gola

Il sintomo principale della tonsillite è il mal di gola. Spesso il dolore è talmente forte da estendersi anche alla faringe (faringodinia) rendendo difficile la deglutizione (odinofagia), soprattutto di cibi solidi, e parlare. Nei casi più gravi, il dolore può estendersi al collo o dietro lo sterno.

Mal d'orecchio

Tra i sintomi che si possono associare alla tonsillite, c’è anche il mal di orecchio. Se pensiamo alla localizzazione, è facile comprendere il perché: le tonsille sono nel punto di passaggio tra bocca e faringe, poco lontane dalle orecchie, pertanto, quando si infiammano, tutta l’area può essere interessata al fenomeno patologico con conseguente estensione alle orecchie.

Se il mal d’orecchio è causato da una tonsillite, si parla di otalgia riflessa, in quanto non è l’apparato uditivo ad essere interessato dall'infiammazione ma la vicina gola. Per intraprendere la terapia più idonea, è sempre bene consultare il proprio medico curante e non affidarsi al fai da te.

Linfonodi gonfi dientro l'orecchio

Tonsillite e linfonodi ingrossati sono un binomio abbastanza comune. La tonsillite, infatti, può causare la linfoadenopatia reattiva laterocervicale, termine scientifico che indica il gonfiore dei linfonodi del collo. I linfonodi, in generale, si ingrossano perché il nostro corpo sta rispondendo alla presenza di una infezione e sta cercando, appunto, di liberarsene; basta un semplice esame palpatorio del medico per evidenziarli.Il medico dopo la visita fornirà la corretta terapia necessaria alla risoluzione della sintomatologia. 

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Che conseguenze ha la tonsillite sull'orecchio?

La tonsillite può manifestarsi anche con dolore alle orecchie, noto come otalgia. Nello specifico, quando il dolore è causato non da un problema all’apparato uditivo ma da una infiammazione delle tonsille, si parla di otalgia riflessa. Nei casi più gravi, la tonsillite può causare anche mastoidite con conseguente calo dell'udito.  

Otalgia riflessa

Con otalgia si intende un dolore all'orecchio spesso causato, prevalentemente, da fenomeni infiammatori, infettivi e traumatici. L'otalgia può essere determinata da patologie che hanno come sito iniziale l'orecchio o che insorgono in altre sedi e che determinano un'otalgia riflessa (problematiche dell'articolazione temporomandibolare, tonsilliti, carie dentale ecc.). Le cause di otalgia diretta possono essere infettive, traumatiche.

L’otalgia riflessa invece è un dolore all’orecchio dovuto a fenomeni patologici che non insorgono dall'orecchio, come quelle causate da tonsilliti o, più in generale, da tutte le infezioni del cavo orale. Queste ultime possono determinare una infiammazione talmente diffusa da interessare anche le aree dove si trovano i nervi cranici che sono responsabili della maggiore sensibilità dell’orecchio esterno e medio. Il nervo interessato è il IX nervo cranico o glossofaringeo. 

Otite

Nei casi più gravi o se la tonsillite viene trascurata, l'infiammazione può complicarsi tanto da diffondersi all'orecchio con conseguente otite. L'interessamento dell'orecchio si manifesta con dolore, sensazione di pressione e calo temporaneo dell'udito.

Pertanto, è sempre bene curare tempestivamente la tonsillite ed evitare spiacevoli ripercussioni sull’organismo in generale e sull'orecchio in particolare.  

Mastoidite

Nei casi più gravi di tonsillite, il disturbo può complicarsi e far insorgere la mastoidite, una infezione batterica, che normalmente segue a una otite acuta. Per risolverla, è necessaria una terapia antibiotica, da somministrarsi sotto indicazione medica. 

La mastoidite è un disturbo molto doloroso e debilitante, pertanto, è sempre bene curare tempestivamente la tonsillite ed evitare spiacevoli ripercussioni sull’organismo.

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Come trattare la tonsillite?

La tonsillite si cura indagando la causa dell’infezione. Se è virale, è fondamentale aiutare il sistema immunitario a difendersi, come ad esempio evitando gli sbalzi termici, idratandosi con acqua o con tisane e infusi, anche a base di erbe officinali, che aiutino a disinfettare la gola. Assolutamente da evitare il fumo, che potrebbe irritare ulteriormente la mucosa orale. Prima di avviare un qualsiasi trattamento farmacologico, è sempre bene consultare il proprio medico curante per individuare la terapia più adatta ad eliminare la causa che ha procurato il disturbo. 

Farmaci per trattare la tonsillite

I farmaci per la tonsillite variano a seconda della causa del disturbo

Nel caso di tonsillite virale, la cura si basa su un trattamento con paracetamolo, in dosi adeguate a febbre e dolore. Normalmente, però, dopo un picco nelle prime 72 ore, la febbre regredisce spontaneamente, per scomparire in 7-10 giorni. In alcuni casi, il medico può indicare anche l’assunzione di FANS (Farmaci antinfiammatori non steroidei), come l’acido acetilsalicilico e l’ibuprofene. In nessun caso, invece, se la tonsillite è virale, devono essere assunti antibiotici, che invece sono necessari in caso di tonsillite batterica. Gli antibiotici usati normalmente sono quelli ad ampio spettro. Se si verificano infezioni ravvicinate, l’antibiogramma, mediante tampone faringeo, darà una indicazione utile sul farmaco più efficace da utilizzare.

Rimedi casalinghi per trattare la tonsillite

Se la tonsillite è virale, è importante aiutare il sistema immunitario a difendersi. Sono valide tutte le buone pratiche utilizzate in caso di febbre e infezioni virali, come: 

  • evitare gli sbalzi termici;
  • lavare spesso le mani;
  • arieggiare gli ambienti per evitare il contagio del virus;
  • bere spesso piccoli sorsi di acqua per idratare le tonsille, oppure infusi e tisane a base di miele, limone, zenzero, malva ed echinacea; 
  • utilizzare spray e colluttori antinfiammatori.

Anche consumare cibi freschi può aiutare a lenire il dolore e a disinfiammare le tonsille. Le buone pratiche possono aiutare, ma è sempre bene un consulto con il proprio medico curante per valutare la terapia più efficace e adatta per curare il disturbo. 

Tonsillectomia: quando praticarla e come si esegue

In caso di episodi di tonsillite recidivanti o a seguito di infezioni particolarmente importanti, che possono determinare anche ascesso tonsillare, deve essere valutata la tonsillectomia, ovvero la rimozione delle tonsille. È un intervento breve, che dura dai 30 ai 45 minuti, da eseguire in anestesia generale, sia nei bambini che negli adulti. Le tecniche sono diverse e vengono valutare dal chirurgo caso per caso, sulla base della propria esperienza e di ciò che è meglio per il singolo paziente. 

Dopo l’intervento, è normale avvertire dolore in gola: negli adulti può durare anche più di una settimana, mentre in generale i bambini hanno un recupero più rapido. Per tenere sotto controllo il dolore, vengono prescritti antidolorifici.

Cosa mangiare dopo la tonsillectomia? Cibi morbidi, semisolidi e tiepido-freddi, perché più semplici da assumere anche nell’immediato post-operatorio e perchè evitano complicanze (es. sanguinamento). Anche se la deglutizione può risultare difficile, è opportuno riprendere l’assunzione di cibi solidi, sempre nel rispetto dei tempi dettati dal personale medico, perché anche questo aiuterà a velocizzare il recupero. In ogni caso, ci si deve attenere alle indicazioni date dal personale sanitario e dai medici. 

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