Otosclerosi

Caratteristiche dell'otosclerosi (ossificazione dell’orecchio)

L'otosclerosi è una crescita ossea anomala nell'orecchio medio che può causare la perdita dell'udito. Le sue cause non sono ancora note, ma è dimostrato che potrebbe trattarsi di un disturbo ereditario. Questa crescita ossea pregiudica la nostra capacità di percepire le onde sonore.  

Che cos'è l'otosclerosi?

Quando si parla di otosclerosi si fa riferimento alla distrofia ossea della capsula labirintica. Questa condizione implica una crescita anomala e microscopica di tessuto osseo intorno alla staffa, che porta a un irrigidimento dei suoi movimenti. Di conseguenza, l'osso perde la capacità di trasmettere correttamente le onde sonore ai liquidi del labirinto, determinando una progressiva riduzione dell'udito. Questo processo si verifica gradualmente nel tempo, colpendo principalmente le donne e inizialmente manifestandosi unilateralmente per poi coinvolgere entrambe le orecchie. Il primo passo per affrontare l'otosclerosi può essere sottoporsi a una valutazione presso un centro Amplifon, dove sarà possibile individuare insieme soluzioni appropriate per gestire questa condizione.

I sintomi principali dell'otosclerosi

Il primo segnale di otosclerosi si manifesta con una progressiva diminuzione dell'udito in un orecchio, che successivamente coinvolge entrambi. Questo deterioramento uditivo spesso si presenta in modo simile a una perdita improvvisa dell'udito. In aggiunta, i pazienti colpiti possono sperimentare acufeni o ronzii auricolari, sintomi che richiedono l'attenzione del medico in quanto possono essere associati all'otosclerosi.

È comune che i pazienti notino un miglioramento inaspettato nella comprensione delle conversazioni in ambienti rumorosi. Questo può essere dovuto al fatto che la malattia riduce la percezione dei rumori di bassa frequenza, consentendo loro di concentrarsi meglio sul dialogo. Inoltre, molti pazienti notano una modifica nella propria voce, spesso percependola come più bassa a causa delle alterazioni nell'udito, che modificano la percezione della propria voce attraverso la conduzione ossea.

Otosclerosi e acufene

Un sintomo legato all'otosclerosi è il ronzio o il fischio nelle orecchie. In questi casi si parla di acufene e il trattamento non dipende più dalla chirurgia e  il trattamento indicato per attenuare gli effetti dell'acufene è la Tinnitus Retraining Therapy (TRT), che ha un'efficacia dimostrata nell'85% dei casi. Questa terapia per il trattamento dell'acufene non si basa sul mascheramento o sul camuffamento del ronzio, ma si concentra sull'assuefazione. La TRT viene presentata come il metodo più efficace per calmare gli effetti dell'acufene, con un tasso di successo dell'85%.

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Le cause dell'otosclerosi

Le cause esatte dell'otosclerosi rimangono ancora indefinite. Gli studiosi ipotizzano che diversi fattori contribuiscano alla sua insorgenza, inclusi fattori genetici, poiché si osserva un'incidenza più elevata della malattia in alcune famiglie. Inoltre, non è stata esclusa la possibilità che infezioni virali come parotite, morbillo o rosolia possano essere coinvolte. È stato anche ipotizzato un legame tra l'otosclerosi e gli ormoni sessuali femminili, poiché si riscontra un aumento dei casi durante la gravidanza e in generale tra le donne.

Diagnosticare l'otosclerosi con gli esami adeguati

Consultare uno specialista Amplifon per una valutazione audioprotesica consente di determinare la propria sensibilità uditiva e identificare insieme a lui la migliore soluzione acustica. Durante l'esame audiometrico, che comprende sia test vocali che test tonali eseguiti tramite cuffie, si valuta la capacità di ascolto dell'individuo. I risultati, riportati sull'audiogramma, consentono agli specialisti di Amplifon di comprendere le esigenze uditive specifiche e proporre la soluzione acustica più adeguata.

La diagnosi dell'otosclerosi può essere complessa e richiede diversi passaggi. Anche se inizialmente il timpano, l'orecchio medio e la tromba di Eustachio possono apparire normali durante la visita otorinolaringoiatrica, un esame dell'udito con audiogramma tonale può rilevare eventuali anomalie. Per confermare l'otosclerosi, si utilizza la "tacca di Carhart": se la soglia di conduzione ossea si colloca tra 1 e 4 kHz, è probabile la presenza di questa condizione. Tuttavia, questo pattern caratteristico non è sempre presente in tutti i pazienti.

Ulteriori test possono essere necessari per determinare se l'ipoacusia è di tipo percettivo o di trasmissione, nonché per stabilire quale orecchio sia più colpito dalla condizione.

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La terapia per curare l'otosclerosi

In caso di ipoacusia moderata il ricorso ad un apparecchio acustico è la soluzione più adottata, l’intervento chirurgico viene riservato ai casi in cui l’otosclerosi comporti un calo uditivo più importante. La stapedotomia è la tecnica operatoria attualmente più praticata e consiste nell’asportare la sovrastruttura della staffa lasciando in sede la platina. Quest’ultima viene poi leggermente perforata per dare alloggio alla protesi. Da ultimo, la somministrazione di fluoruro di sodio in associazione a vitamina D e calcio si è rivelata efficace nel trattamento dei principali sintomi riconducibili all’otosclerosi.

Intervento per l'otoclerosi: stapedotomia e stapedectomia

Stapedectomia

La chirurgia per l'otosclerosi può aiutare molti pazienti. In una stapedectomia, il medico sostituisce la staffa con una protesi e in questo modo aiuta il paziente a migliorare il proprio udito, poiché la staffa artificiale ha la capacità di vibrare nuovamente. Durante l'intervento chirurgico il paziente è in anestesia generale o è anestetizzato localmente. Attraverso una piccola incisione nell'orecchio e un parziale distacco del timpano, il medico può raggiungere gli ossicini posteriori e rimuovere la staffa, per poi sostituirla con la protesi.

Stapedotomia

In una stapedotomia, il medico mantiene in sede la platina della staffa, all'interno della quale pratica un piccolo foro grazie al quale sostituisce la sovrastruttura della staffa con una protesi articolata all'incudine. La perforazione avviene solitamente mediante l'utilizzo di un laser a dioidi. A differenza della stapedectomia, dunque, la staffa non viene rimossa completamente.

Quanto dura una stapedotomia?

In media un intervento di stapedotomia può durare un'ora o poco meno.

Percentuale di successo e rischi correlati

Di norma, questi tipi di operazione non sono complicate e la maggior parte dei pazienti si ritiene totalmente soddisfatto.

Tuttavia, nessuna operazione è completamente priva di rischi, e la chirurgia dell'otosclerosi non fa eccezione. In determinate circostanze, la staffa artificiale scivola via, causando danni all'udito. Vertigini temporanee, ronzio nelle orecchie e disturbi del gusto possono verificarsi a seguito di una stapedectomia. In casi molto rari, sono possibili perdita dell'udito o danni ai nervi. In questi casi, così come in caso di forte dolore, febbre e sanguinamento, è necessario consultare immediatamente un medico.

Rimedi alternativi e naturali per l'otosclerosi

Generalmente, gli interventi per trattare l'otosclerosi si svolgono senza complicazioni e portano ad un significativo miglioramento dell'udito nella maggior parte dei casi. Tuttavia, in alcuni casi isolati, possono verificarsi effetti collaterali come vertigini, acufeni o alterazioni del gusto poco dopo l'operazione. È importante notare che, come con qualsiasi intervento chirurgico, esistono sempre dei rischi, il che porta molti pazienti a considerare alternative.

Le possibilità di successo nell'utilizzo di farmaci omeopatici per trattare l'otosclerosi sono limitate poiché la condizione scatena un processo che non può essere affrontato efficacemente con terapie farmacologiche. Tuttavia, nel caso in cui si desideri evitare l'intervento chirurgico o se non è possibile intervenire chirurgicamente, gli apparecchi acustici rappresentano un'alternativa valida. Questi dispositivi possono notevolmente migliorare l'udito e ripristinare la qualità della vita udibile.

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